Il Senatore Enrico Conci (1866-1960)

Responsive image

Il Senatore Enrico Conci

Enrico Conci nacque il 24 giugno 1866 a Trento figlio del notaio Germano di Mollaro e di Maria de Zinis.
Studiò al Ginnasio Statale di Trento e successivamente a Merano. Laureato in Giurisprudenza a Innsbruck frequentò per un periodo anche l’Università di Vienna. Superato l’esame di notaio, praticò la professione di avvocato. Nel 1893 si coniugò con Maria Sandri con la quale ebbe cinque figlie.

Tavola genealogica Famiglia Conci

Nel 1896 fu eletto alla Dieta di Innsbruck e l’anno seguente alla Camera di Vienna (dove fu rieletto nel 1901, 1907 e 1911). Fece parte del Club Italiano e con altri trentini lottò, anche per mezzo dell’ostruzionismo parlamentare, per ottenere l’autonomia trentina. Nel 1902 Enrico Conci entrò a far parte della Giunta provinciale a Innsbruck e nel 1908, rieletto alla Dieta fu nominato vice capitano provinciale. Nel frattempo fu presidente dell’Unione Latina alla Camera di Vienna e ricoprì questa carica per cinque anni. In quegli anni si distinse per promuovere la costruzione della Ferrovia Trento/Malè inaugurata nel 1909.
Durante la prima guerra mondiale fu internato con la famiglia a Katzenau alla periferia di Linz (campo di internamento destinato a segregare i cittadini austro-ungarici sospettati di sentimenti ostili alla monarchia e in particolare presunti irredentisti filo-italiani). Qui riceveva le visite di personaggi come Alcide Degasperi e altri trentini autonomisti.
Accusato di irredentismo il processo fu interrotto dall’amnistia in occasione della morte di Francesco Giuseppe. Ritornato in parlamento nel 1917, nel 1918 fu destituito dalla carica di vice capitano provinciale per aver pronunciato discorsi patriottici (noto quello di Praga a sostegno dell’autodeterminazione delle minoranze). Nel 1918 fu designato «Commissario per la gestione dell’Amministrazione della Provincia per il Trentino e l’Alto Adige».
Nel 1920 fu nominato Senatore del Regno e nel 1921 divenne Presidente della «Giunta provinciale straordinaria per il territorio di giurisdizione del Commissariato generale civile della Venezia tridentina». Nel 1923 con il fascismo, si dimise dalla Giunta provinciale. Non si iscrisse mai al Partito fascista e tuttavia il 26 giugno 1924 votò a favore del Governo e non prese parte alla secessione aventiniana e conservò la carica di senatore. Dopo la seconda guerra mondiale fu processato dall'Alta Corte di Giustizia per le Sanzioni contro il Fascismo che mirava alle sue dimissioni da senatore del Regno, ma dimostrò di aver votato liberamente e mantenne la carica.
Non poté però candidarsi alle elezioni per l’Assemblea Costituente, alla quale fu invece eletta la figlia Elisabetta (Elsa). Nel 1948 fu invece eletto al Senato della Repubblica nelle fila della Democrazia Cristiana. Nel 1953, a 87 anni, si ritirò dalla vita politica. Morì il 25 marzo 1960, all’età di 94 anni.